Si chiama slow fashion e valorizza la moda sostenibile e rigorosamente etica: sai di cosa sto parlando?
Se non hai mai sentito questo termine fino ad oggi non puoi che seguirmi in questo breve viaggio nella storia della moda. Ti racconterò com’è nato il modello di business innovativo che si batte in prima linea contro l’inquinamento globale.
I suoi principi sono assolutamente attuali e rispecchiano un nuovo modo di rivalutare l’industria tessile a favore di una produzione qualitativa basata sul rispetto dell’ambiente.
Lo slow fashion, ieri e oggi
Lo slow fashion è una filosofia che si è diffusa nel mondo della moda nel ventunesimo secolo.
Siamo nell’anno 2007 e da più parti si sente l’esigenza di rallentare il consumismo che è diventato sproporzionato in molti settori. In quello tessile la portavoce del movimento è Kate Fletcher, designer e consulente di moda, che dà il via ad un nuovo modello di business sostenibile per salvaguardare l’ambiente.
È proprio lei a coniare il termine slow fashion, prendendo spunto dai modelli nati in quel periodo nel settore food. Ma da dove nasce questa voglia di cambiare le regole e i principi della moda?
I dati dell’inquinamento, legati alle scelte sbagliate dell’uomo sempre più orientate al consumismo, hanno avuto nel tempo un impatto ambientale devastante. Kate Fletcher, presa consapevolezza di un problema che non accennava a diminuire, ha deciso di agire in prima persona provocando una vera e propria rivoluzione nel mondo della moda.
Con lei comincia l’era dello slow fashion, che segue la logica della Terra e non quella dell’uomo.
E noi portiamo avanti ancora oggi la sua battaglia per una moda etica e sostenibile, per sostituire pian piano quel fenomeno detto fast fashion che non ci piace proprio!
Insieme contro l’inquinante fast fashion
Slow e fast: da una parte l’andamento lento e dall’altra quello veloce di un’epoca dopo l’altra, che influenza le nostre scelte di vita e anche di stile. Perché la moda segue determinate regole che hanno inevitabili conseguenze anche dal punto di vista sociale.
Andando indietro nella storia della moda, intorno agli anni ’80 nasce il fast fashion, il primo modello seguito dalle industrie tessili. Qualcuno lo ha definito anche “usa e getta” per indicare il suo lato prettamente consumistico.
Fast fashion (o moda veloce) segue ritmi incessanti di produzione che si basano sulle vendite delle grandi catene di distribuzione, creando molteplici collezioni in pochissimo tempo.
Vuoi conoscere le conseguenze di questo processo? Posso riassumerle in tre parole: consumismo esagerato, tessuti di scarsa qualità, incremento dell’inquinamento.
Infatti, i dati prodotti sull’ambiente hanno rilevato che l’industria tessile basata sulla produzione rapida è tra le più inquinanti. Un primato non esaltante che va combattuto già a partire dal nostro guardaroba. Ma come?
Basta dire NO alla moda low cost, che si basa sul processo “più collezioni, più pubblicità, più acquisti”.
Fast fashion è un modello negativo per diverse ragioni:
- Dal punto di vista umano favorisce lo sfruttamento dei lavoratori perché richiede una manodopera a basso costo;
- Dal punto di vista sociale spinge ad un consumismo incessante, sempre alla ricerca della nuova collezione;
- Dal punto di vista ambientale contribuisce ad aumentare l’inquinamento globale di acque, atmosfera e derivante da rifiuti solidi.
Ecco 5 azioni per valorizzare la moda sostenibile
Slow fashion è sinonimo di moda sostenibile, un concetto a me molto caro, nella vita e nel lavoro.
Se hai ancora dei dubbi sui suoi vantaggi, ecco un breve elenco di incentivi per scegliere sempre e comunque di fare la scelta giusta anche quando si tratta di arricchire il tuo outfit.
- Diciamo no agli sprechi. Evitiamo di acquistare una collezione dopo l’altra senza avere il tempo di goderci appieno ogni singolo capo. Sai che il riciclo è un valore anche nell’industria tessile?
- Diciamo sì ai capi numerati. I pezzi limitati aiutano a combattere gli sprechi, lo shopping compulsivo e l’inevitabile inquinamento legato al consumo energetico e di risorse naturali.
- Valorizziamo la produzione artigianale: dobbiamo andare alla ricerca di capi autentici, tracciabili e unici…come noi!
- Più qualità, meno quantità. Non ci accontentiamo di un armadio pieno di vestiti di scarsa qualità, ma diamo valore a ciò che compriamo, alla sua durata e al suo tessuto.
- Rispettiamo l’ambiente, partendo dal nostro outfit. Se ci battiamo contro il consumismo daremo il nostro contributo nella lotta all’inquinamento, senza perdere di vista lo stile e sempre seguendo le tendenze più cool della moda.
Maison Pop Couture, rigorosamente etica e “slow”
E nell’ottica dello slow fashion si inserisce perfettamente la mia linea di capi sostenibili Maison Pop Couture: etica, unica e dalla parte dell’ambiente!
Si tratta di portare avanti l’idea che la moda non deve essere necessariamente “di massa”, stereotipata, per sentirsi trend, ma deve seguire dei principi che la rendono speciale, come i capi appositamente creati per esaltare la femminilità di ciascuna di noi.
Sostenibile per aiutare l’ambiente, cruelty free per salvaguardare gli animali e “slow fashion” per garantire una produzione raffinata ma made in Italy, con poche collezioni l’anno ma sempre splendide nell’aspetto e nei materiali impiegati.
Le pellicce Pop sono un esempio evidente di come condividere i valori dello slow fashion nella vita di tutti i giorni, esprimendo una bellezza non solo estetica ma anche interiore.
Non conosci ancora i miei capi Pop? Visita il sito www.maisonpopcouture.com
Brand sostenibili per un futuro migliore
Lo slow fashion negli anni si è fatto sempre più popolare anche tra i brand più rinomati del panorama mondiale della moda.
Una sola voce a favore della moda sostenibile. Insieme, ma ognuno nelle proprie collezioni, si battono per un futuro migliore. Dietro la produzione tessile non c’è una macchina anonima ma dei lavoratori con un’anima, un’etica e la voglia di portare avanti i propri principi.
Ancora una volta mi soffermo su Stella McCartney, stilista dai grandi valori che non poteva non condividere il modello slow applicato alla moda.
Ma la seguono anche Gucci, Dior, Burberry, Prada, Versace, Kors, che di recente hanno deciso di dare largo spazio a concetti come il riciclo, l’uso di materiali in fibre naturali o sintetiche, la produzione eco-friendly e cruelty free.
Insieme lottiamo per eliminare le discariche a cielo aperto e proclamare la bellezza ai più alti livelli, senza nuocere all’ambiente, agli animali e …anche a noi stesse!
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