Da uno stile di vita a uno stile di moda
Negli ultimi anni l’attenzione verso l’ambiente e gli animali sta diventando un must anche per le aziende di moda. Il consumatore si dimostra consapevole e molto attento e sensibile alle tematiche ambientali. A partire dal food, con l’aumento vertiginoso di persone vegetariane e vegane, al mondo del fashion.
La classica scena che vediamo negli store ormai è questa: persone che guardano le etichette dei capi di abbigliamento per saperne la composizione e la loro provenienza. Questo processo di conoscenza è diventato un punto focale nel processo d’acquisto della t-shirt, giacca o paia di scarpe da acquistare. Questo comportamento è alimentato anche dall’evoluzione tecnologica che ha permesso ai clienti di sapere e poter conoscere più a fondo cosa indossano, cosa mangiano, e di verificare con mano le qualità del prodotto offerto.
Oggi le persone vogliono sapere realmente da dove viene il capo, la sua composizione, il suo rispetto dell’ambiente e degli animali
Emblema di questo “movimento” è sicuramente la casa di moda Stella McCartney che nelle sue linee non utilizza pellicce nè pelle, ma pelli sintetiche molto simili alle naturali; da sempre vegetariana, la stilista aderisce all’iniziativa “Suitable for Vegetarians”. Nel 2016 la PETA Fashion Awards ha premiato Stella McCartney come stilista dell’anno grazie allo slogan “senza pelle, piume o pelliccia” e per l’attenzione della casa di moda verso il rispetto degli animali e dell’ambiente. Ultima notizia è che Stella McCartney ha instaurato una collaborazione con Parley for The Oceans al fine di creare una linea di abbigliamento che utilizza plastica riciclata prelevata dall’oceano.
Anche Giorgio Armani è stato premiato grazie alla sua affermazione “il progresso tecnologico ci ha permesso di avere valide alternative a nostra disposizione che rendono inutili pratiche crudeli” e confermando la sua volontà nell’aderire a queste campagne di sensibilizzazione attraverso la produzione di linee di abbigliamento attente al rispetto degli animali e dell’ambiente.
I migliori brand cruelty free
Tra i nostri Big italiani c’è in attivo la nostra adorata Elisabetta Franchi
La stilista offre infatti già da qualche anno collezioni di altissima qualità nel pieno rispetto degli animali . Un pratico esempio di moda sostenibile.
Elisabetta Franchi aderisce al progetto Animal Free Fashion ideato dalla LAV , abbandonando l’utilizzo di piume e pellicce naturali scoprendo sistemi innovativi e nuovi materiali a base di fibra di poliestere o di ovatta.
Questa continua ricerca nel vero rispetto degli animali , ha permesso alla stilista di non rinunciare alla creazione di capi di uguale comfort ,calore e stile rispetto ai capi con piume di origine animale.
I brand inglesi sono stati i primi a modificare la loro vision d’azienda e dare la prerogativa al rispetto per l’ ambiente e gli animali nelle loro linee di produzione. Tra quelli proclamati ci sono Asos, Topshop, Primark, Dr Martens, Oasis.
L’azienda Rombaut è stata premiata come migliore linea di scarpe unisex con materiali di fibra naturale

La Ruby + Ed produce bomber personalizzati con pellicce sintetiche ottenendo così il premio come miglior brand di pellicce sintetiche.

A Bourgeois Boheme è andato il premio come migliori scarpe cruelty free con collezioni artigianali.

A Denise Robool è andato il premio come miglior collezione di pelle esotica vegana .

A Vaute Couture il premio come miglior marchio wool-free: un’azienda francese che ha veicolato la comunicazione sui prodotti vegan attraverso un messaggio forte: chi indossa gli animali fa parte del passato e non della moda di oggi.

Il destino del pianeta è anche nelle mani degli stilisti .
Appoggio pienamente il cambiamento e la direzione che sta assumendo la moda oltre alle posizioni prese da stilisti celebri … e voi?
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