Un sogno bianco che non termina qua, quello di Laura. Già bianco, perché la signora del cashmere – usando l’epiteto del New York Time – è anche l’iconica signora italiana del look dai colori tenui, tanto amava quell’esclusivo “bianco Biagiotti”, la sua “luce mediterranea” ormai entrata nella storia del made in Italy tra i colori della bandiera.
Laura Biagiotti si è spenta circondata dall’amore della sua Roma a 73 anni, un battito cardiaco d’assenza e un salto al cuore che ha fermato per un istante il mondo della moda e ha fatto tremare la storia del lifestyle.
Una vita piena ed elegante, una sinuosa ondata di buon gusto al femminile, tatto e voglia di creare – di quelle che ormai sono rare se non scomparse. I capi di Laura sono cultura e ricerca, scelta dei tessuti, qualità e puntualità di esecuzione e femminilità in uno stile unico.
La storia di Laura Biagiotti è la favola accaduta per davvero di quando il made in Italy è riuscito a strappare il primato della moda ai cugini di Francia e ha elevato le abilità sartoriali e l’intero patrimonio di grandi creazioni in un’eccellenza che è puramente un patrimonio italiano. Protagonista della nascita del prȇt-à-porter di lusso che diventerà il volto migliore dell’Italia, Laura e il suo sogno precorrono i tempi fino a conquistare il primato dell’export della moda italiana.
Se volessimo riassumere la grandezza di Laura Biagiotti nei suoi 10 momenti top, di sicuro non sarebbe facile iniziare. Probabilmente dovremmo partire dal 2015. Un sottile flashforward di quando dichiarò al Corriere della Sera che la moda per lei era “un circo a tre piste con al centro dell’arena leoni e domatori, a sinistra i giocolieri e di fronte i trapezisti”. Un’immagine forte di un mondo che aveva nelle sue mani ormai.
Il secondo momento top è un omaggio alle sue radici. L’inizio della Maison Biagiotti. Quando la madre Delia diede vita alla sartoria di via Salaria nel 1965. All’epoca Laura era iscritta all’Università e studiava Archeologia Cristiana. Decise comunque di supportare in modo sistematico e appassionato l’impresa di famiglia. L’atelier romano diventa subito un punto di riferimento per la clientela d’élite della capitale. E in un momento storico in cui il mondo intero andava a Paris per copiare letteralmente il lavoro dei grandi stilisti parigini, riesce ad imporsi e a ripartire dalle proprie idee di eleganza e stile.
Laura aveva la moda nel sangue ma capì comunque l’importanza di avere una migliore formazione tecnica. Ecco perchè si mise a lavorare per grandi nomi quali Schuberth (nel 1966 la sua prima collezione), Baracco, Litrico. Sulla scia di queste importanti sollecitazioni decise di fondare insieme al compagno Gianni Cigna la Biagiotti Export, iniziano così le sue creazioni (terzo momento top).
La prima sfilata di Laura Biagiotti è subito un successo
Quarto momento top a Firenze, nel 1972 con la prima sfilata. Pochi abiti che catturarono però l’attenzione di tutti, soprattutto della grande critica. Tutti videro subito il lei il cambiamento della figura femminile verso una linea moderna ma suadente, fluttuante. Si parla della donna bambola che riecheggia in una femminilità consapevole ma mai sottomessa. Pacificante. Tanto bianco e linee che riflettono la sua aspirazione alla tranquillità. E’ l’inizio della leggenda. Laura stilista, Laura donna e Laura regina dell’eleganza. Si intona il la in quella che sarebbe diventata un’appassionata saga familiare di amore, moda e dettagli. Tanto che oggi Lavinia, la figlia di Laura lavora nella Maison di famiglia.

Il ’72 è una grande annata per un quinto grande momento di Laura. L’intuizione che cambiò le cose. Laura decise di investire nella grande industria delle eccellenze. L’acquisto del maglificio MacPherson di Pisa. Qui impone un forte segnale alle tendenze nazionali. Laura trasforma, modifica la materia dei propri capi in un’ottica personale e volitiva. Non abbandona però quell’idea dai colori chiari di tranquillità e linea essenziale.
Il sesto momento top è l’istante della grande intuizione. Il coraggio di una Maison relativamente giovane che capisce che qualcosa sta per cambiare. Laura si pone a capo della nuova traiettoria. Con Krizia, Ottavio Missoni e Gianfranco Ferrè sposta le sfilate in una nuova location. Si apre il periodo d’oro della Milano capitale mondiale della moda.
Laura Biagiotti e Roma: un amore senza fine
Eppure Laura non abbandonò mai la sua Roma, verso cui prova un sincero sentimento di amore e venerazione, tanto da donare alla città una preziosa collezione di Giacomo Balla e finanziare il restauro del Teatro della Fenice – senza poi bisogno di menzionare il grande omaggio alla città eterno del suo profumo Roma.
Nel 1980 l’inaugurazione del grande maniero nella campagna romana (settimo momento top), dove stabilì il suo prezioso quartier generale: casa e lavoro in un unico grande tempio della moda. In fondo funziona proprio così, i grandi marchi del lusso ancora non sono entrati nell’ottica dei manager del business e il made in Italy è famiglia, amore, casa, salotto e laboratorio.

Nel 1988 l’ottavo grande momento top a Pechino. Qui lei e trenta modelle portarono l’Italia oltre la Grande Muraglia. Laura con la collezione in cashmere divenne la prima stilista italiana che abbia mai sfilato in Cina.
Record che duplica nel 1995 (nono momento top) a Mosca. Quando sfilò tra le mura maestose del Cremlino. Le foto di lei e le sue modelle in piena Piazza Rossa arrivarono in prima pagina sulla scia dell’apertura di Gorbaciov all’occidente.
E sempre nel 1995 il suo decimo momento top con la nomina a Cavaliere del Lavoro. Viene premiato l’impegno e i meriti di una vita dedita al lavoro che ha saputo portare a testa alta l’Italia delle eccellenze nel mondo.
Oggi, dopo trenta anni di attività il marchio Laura Biagiotti vanta una collezione di prȇt-a-porter due volte l’anno e licenze per collezioni di occhiali, cravatte, foulards, borse, scarpe, gioielli, collezioni uomo e bambini. E poi maioliche d’arte e profumi. Le sue vetrine scintillano nelle grandi metropoli di mezzo mondo. Roma, Milano, Venezia, Berlino, Parigi a Mosca, New York, Pechino, Bangkok, Seoul e Tokyo.
Laura e le sue creazioni crescono. Il mondo applaude al suo bianco e al suo sorriso. Perché la moda non aggiusterà ogni cose, ma rende la realtà più interessate e qualche volta la migliora anche.
CIAO , LAURA
Lascia un commento